Mi sembrava di sentire di nuovo il rumore dell'erba che cresce.

mercoledì 26 settembre 2018

I ruderi dell'impero ( o il saluto dell'amante deluso )


Te ne vai, senza un bacio,
ed io mi chiedo
di che materiale è fatto
l'amore che si esaurisce.
Mi chiedo quale teoria
possa dare atto
di un universo intero
che all'improvviso svanisce.

Dei ruderi dell' impero
si nutre la nostalgia.

Maestose figure
contemplate da un prato,
si sono dissolte nel nulla;
la nuvola che le ha disegnate
ha pagato il suo pegno,
gli dei dell'Olimpo
svendono il regno
a un esercito in fuga.

Ed io resto qua
ad aspettare la pioggia.


La prospettiva rimpicciolisce
chi si allontana
non chi rimane.

Tra le macerie cresce pudica
la pervinca
insieme all'ortica.


Te ne vai senza un abbraccio
ed io mi chiedo
perché si dice eterno
un regalo così fragile.
Mi chiedo quale sia
il segreto dell'inverno
che decreta la morte
del figlio più nobile,

affidandone la sorte
al ghiaccio e alla follia.

Vampate inferocite
di un fuoco accecante
si spengono in una notte;
la cenere, insonne,
ne custodisce l'agonia.
L'ospite conteso,
con distratta cortesia,
abbandona l'insipida festa,

mentre io resto qua
e aspetto la tempesta.


La prospettiva rimpicciolisce
chi si allontana
non chi rimane.

Tra le macerie cresce pudica
la pervinca
accanto all'ortica.